Caterina Berardi: Arte al Castello di Verona

Una rassegna d’autore per una nuova collaborazione tra „ApertoArte“ e „BK Galerie“

Verona. Nella prestigiosa ambientazione  del Circolo Ufficiali a Castelvecchio, un’eccezionale rassegna d’Autore ha coronato il quarto ciclo collaborativo tra la curatrice Fiorenza Canestrari („ApertoArte“) e la celebre “BK Galerie”  di Innsbruck – diretta da Bertrand Kass – al suo Trentennale.

Dal 1982, la BK Galerie investe coraggiosamente in Arte, verso un traguardo sempre più meritevole, grazie ad una ormai rara professionalità a 360° gradi che parla di ferma dedizione e  lungimirante intuito, sia nell’individuare giovani talenti, sia nella riconferma di Autori che, in quella fucina, hanno avuto il varo per l’ affermazione in campo internazionale. Eppure, nonostante la fama consolidata, di volta in volta stupisce l’entusiasmo del console Kass (fedelmente affiancato da Canestrari) nel continuare a promuovere nuovi eventi a Verona, considerata Oltralpe la capitale europea della cultura in senso lato… Sinergia vincente, in quest’ottica e a dispetto della difficile fase attuale, per un’équipe ben affiatata. Ad un pubblico numeroso, partecipe ai diversi momenti di un opening retto sul contrappunto ideale tra pittura scultura e musica, Fiorenza Canestrari introduce gli Artisti e il giovanissimo virtuoso dell’archetto Federico Sambugaro (tra l’altro, reduce dal trionfo ad Innsbruck). Accordi toccanti, in veste ‚classica‘ (da Mozart a Liszt a Gounod) e ‘swing’ in rivisitazione personale. Oltre trenta le opere in esposizione per le tappe tematiche di un’affascinante galleria visuale, consentono a  Monika Bidner, Ralph Heim, Horst Richard Schrettner, Roswitha Schwarzbauer, Hain Wachinger , la più felice libertà espressiva…

Bidner.  La vena ‘picta’ di Monika è l’astratto minimalista. Impressioni di angoli di mondo interiore, quasi antichi scorci incisori, dove la topografia dell’anima racconta la Madre Terra: quel nucleo dominante che avvolge l’anatomia figurativa in un bozzolo sinuoso, sul fondo del campo. Il potente assémblage di materiali tutti rigorosamente organici (inserti di rete, vetro, pelle, foglia d’oro…) di queste opere affida ad un magma incisivo e delicato l’ottica tridimensionale: così che l’ordito ad innesto cromatico filo su filo diviene, via via, stratiforme, sapientemente profuso sulla superficie lignea o sulla ruvida tela (le basi ‘classiche’ predilette dall’Artista). Ci si addentra in questa filosofia, fitta di idee senza tempo ma voce del Tempo, con lo sguardo del cuore… Come si ascolta una partitura musicale al nuovo respiro – insinuatosi nel filo del pentagramma – della variante interpretativa. Quando accende quella manciata di secondi, sospesi nell’aria, ed è ‘unica’ l’esecuzione. Per Bidner, il percorso di una contemporanea traiettoria visiva apre una silloge tra forme scultoree (sfere) e ars ceramica (nelle sue tecniche più complesse, gli smalti). Ma non solo…Riaffiorano sentori Impressionisti ed Espressionisti in quel tracciato leggero, nella preziosa palétte. Una sensibilità che si affida senza indugio alla presa dominante delle mani, tutt’uno con l’anima. Libera dal tema prefissato. E, a finire, il dono, quella tattile visualità di graffiti luminosi e serici desunti dal fremito di piccole particelle della foresta – corteccia, legno – o arenaria.

Caterina Berardi

 

 

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